martedì 15 dicembre 2009

Aggaddo


Il disegno (china e matite colorate su carta frugale, poi ritagliata, quindi incollata su cartoncino arancione) del post di prima sulla violenza si intitola "Colluttazione". Colluttazione è un termine che mette già paura nel pronunciarlo e fa fremere i muscoli e serrare i pugni. Ma c'è un termine che mi angoscia di più: "Aggaddo" (slang palermitano: significa lite furibonda senza esclusione di colpi). E' il titolo di questo acrilico su tela di qualche anno fa.

16 commenti:

  1. @Tanus: Per esempio, che ne dici di scrivere un racconto breve su quest'immagine-imput (lampiata compresa)?

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  2. ...e lo sai da dove deriva il termine aggaddo?
    dalle cruente lotte tra galli, che ben rendono l'idea della violenza sottesa a questo termine: che è davvero raccapricciante, a mio modesto avviso! e il tuo quadro lo rende al meglio. Non che il quadro sia raccapricciante, per carità: è semplicemente molto espressivo, come tuo solito!
    splash!

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  3. "Si taliavano di sottecchi. Lo odiava a quello della persiana verde scrostata. Ogni volta che dal suo balcone, lo vedeva fare il galletto per strada, subito tistiava. Pensava e tistiava, tistiava e pensava, pensava tistiava e sputava. Era un'odio antico, veniva dalla fanciullezza, quando quello della persiana verde lo vedeva passare e lo inquitava:
    <<>>

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  4. <>
    Lui lo odiava a sua volta, aveva vissuto la fanciullezza nella bambagia. Tra nonne, zie e mamme:
    <>
    Dal balcone guardava la ragazza che abitava di fronte. Anche lei non usciva mai per strada. Crebbero insieme... taliannusi.

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  5. talè cu c'è, chiddu ca un niesci mai. Miiii chi si biancu, pigghiati anticchia i suli. Vatinni nà mamà.
    Lui lo odiava a sua volta, aveva vissuto la fanciullezza nella bambagia. Tra nonne, zie e mamme:
    veni c'à figghiu miu, lassali stari sti scanazzati ri 'mmenza strata
    Dal balcone guardava la ragazza che abitava di fronte. Anche lei non usciva mai per strada. Crebbero insieme... taliannusi.

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  6. Una mattina lei scese. Quello della persiana verde cominciò a inquitare Ciccina - la ragazza che non usciva mai, ma bedda come u suli. Lui vide tutto, corse verso la porta, rotolò quasi per le scale. Raggiunse quello della persiana verde e ci scappò l'aggaddo. Gli acchianò d'incapo, ci muzzicò l'aricchio alla Tyson - lampiate, cavuci pugna e muzzicuna. Fù un'aggaddo memorabile. Ciccina taliava, piangeva e diceva: Saro scarmisci, lassalu stare, è un poveru scanazzato.
    Saro - il ragazzo del balcone - si fermò, e quello della persiana verde pure. La taliò, s'accorse solo ora che sapeva il suo nome, chissà da quanto tempo.

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  7. Lassò l'avutru adduzzu 'nterra, taliò Ciccina e sa vasò.
    L'altro si alzò... tutte le penne cadute... li guardò e sparì per sempre ai loro occhi, dietro la persiana verde

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  8. @Gianni comunicazione di servizio:
    elimina se puoi il quinto commento del post, -quello incompleto- non accetta il maggiore minore il commento.
    E poi ho dovuto spezzare, c'è un limite di numero caratteri.

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  9. @Tanus: Racconto molto bello. Per evitare pasticci: potresti riscriverlo calibrando la quantità di testo e suddividerlo in più commenti?
    Grazie, amico!

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  10. L'aggaddo.

    Si taliavano di sottecchi. Lo odiava a quello della persiana verde scrostata.
    Ogni volta che dal suo balcone, lo vedeva fare il galletto per strada, subito tistiava.
    Pensava e tistiava, tistiava e pensava, pensava tistiava e sputava.

    Era un'odio antico, veniva dalla fanciullezza, quando quello della persiana verde lo vedeva passare e lo inquitava:
    "talè cu c'è, chiddu ca un niesci mai.
    Miiii chi si biancu, pigghiati anticchia i suli. Vatinni nà mamà."
    Lui lo odiava a sua volta, aveva vissuto la fanciullezza nella bambagia. Tra nonne, zie e mamme:
    "veni c'à figghiu miu, lassali stari sti scanazzati ri 'mmenzu a strata"

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  11. Dal balcone guardava la ragazza che abitava di fronte. Anche lei non usciva mai per strada. Crebbero insieme... taliannusi.
    Una mattina lei scese.
    Quello della persiana verde cominciò a inquitare Ciccina - la ragazza che non usciva mai, ma bedda come u suli.
    Lui vide tutto, corse verso la porta, rotolò quasi per le scale. Raggiunse quello della persiana verde e ci scappò l'aggaddo.
    Gli acchianò d'incapo, ci muzzicò l'aricchio alla Tyson - lampiate, cavuci, pugna e muzzicuna. Fù un'aggaddo memorabile.

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  12. Ciccina taliava, piangeva e diceva: "Saro scarmisci, lassalu stare, è un poveru scanazzato."
    Saro - il ragazzo del balcone - si fermò, e quello della persiana verde pure. La taliò, s'accorse solo ora che sapeva il suo nome, chissà da quanto tempo.
    Lassò l'avutru adduzzu 'nterra, taliò Ciccina e sa vasò.

    L'altro si alzò... tutte le penne cadute... li guardò e sparì per sempre ai loro occhi, dietro la persiana verde scrostata.

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  13. Io glielo dicevo, avà, lascia stare, ma quando mio compare Salvo parte non lo fermi più. Lo so perché pure noi, che ci conosciamo da bambini, ci siamo aggaddati qualche volta, per babbiare. C’era questo qua col motorino che ci camminava a due davanti. Si metteva in mezzo alla strada e non faceva passare a nessuno. Salvo cercava di passare ma venivano macchine di fronte, e allora gli ha suonato. Quello si mette ancora più in mezzo e rallenta, segnale che voleva lite. Appena c’è un attimo che non ci venivano macchine di fronte Salvo allazza e lo supera stretto stretto. Manco un minuto dopo quello ci viene a pescare, affianca e dà due manate al finestrino di Salvo. Salvo appizza i freni e apre lo sportello, quello dice “Facci di minchia, mi hai fatto vedere la morte con gli occhi” e non era vero, perché andavamo piano, ma Salvo non dice niente e gli dà una spinta a due mani, quello fa un salto e si ci butta con le mani al collo, che la testa arrivava sul tettuccio della macchina. Salvo ci dà una ginocchiata nelle palle e quello grida ma poi comincia a sbattergli la testa sul tettuccio. Io nel frattempo ero uscito e stavo facendo il giro della macchina per andarli a dividere, ma mentre ho girato ho trovato che a Salvo gli usciva sangue dalla nuca e quello continuava a sbattere, con una faccia che sembrava un cane arraggiato. Io ci ho gridato noooo e poi non mi ricordo più niente.

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  14. Tanus e Yorick: siete una forza, anzi due forze della natura!

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  15. L'ispirazione che ci regali è la benzina che ci muove.

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