lunedì 8 febbraio 2010

Da grande avrei voluto fare...


E' un gioco facile facile: in poche righe (quattro-cinque o anche meno) raccontate (se vi va) cosa avreste voluto fare da grandi. E cosa fate oggi. Piccolo outing ludico-esistenziale.
(Il quadro è un acrilico di quando volevo fare il pittore...Tanto tempo fa.)

33 commenti:

  1. Volevo fare il magistrato, ma al concorso, la settimana prima, bisognava depositare i testi non commentati entro le 12, io arrivai con 5 minuti di ritardo, e pur essendoci ancora il personale, non me li fecero depositare; al concorso chiesi, con qualche altro ritardatario, 3 o 4 su 6000, di poter fruire dei testi controllati di altri che non si erano presentati, ce ne erano centinaia. Il presidente della commissione ci negò questa possibilità e ci fece sistemare sotto il tavolo della commissione; il tema era di diritto civile, impossibile farlo senza neanche un testo, comunque dopo un paio d’ore vidi il tavolo della commissione trasformarsi in una specie di sex shop, mutande, guepiere, calze, tutte rigorosamente munite di cartucciera. Dopo poco mi ritirai e non ho più ritentato il concorso, ho vinto invece quello per segretario comunale, dove eravamo solo in 2000.
    Nella mia prima sede, nel bresciano, al collega in quell’ufficio che presi in carico, avevano sparato attraverso la finestra, io cambiai di posto alla scrivania, e nessuno mi ha sparato.

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  2. Da piccolo, diciamo a sei-sette anni, volevo fare il pippobaudo, o il ginobramieri. Giocavo così con gli altri bambini del cortile: un microfono finto in mano e presentavo. Ero giovane.

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  3. io volevo fare la maestra. volevo lavorare con i bambini, pur essendo io stessa una bambina. sarà stata l'influenza di candy candy e il suo istinto da crocerossina che si fa in quattro per aiutare i più debolie i più piccoli... boh, non lo so!
    fatto sta che scelsi la facoltà di psicologia con indirizzo "sviluppo ed educazione" (c'era bisogno di specificarlo?! ;p) e anche adesso continui ad aver voglia di lavorare con i bambini. mi piace il loro modo di vedere il mondo e mi piacerebbe farne parte... chissà se un giorno riuscirò a far avverare il mio sogno :)

    PS: le immagini di questo blog mi piacciono tantissimo... complimenti

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  4. Da piccola, diciamo quattro-cinque anni, volevo fare l'ammiraglio, ma mi hanno spiegato che era un gioco da maschi. A quei tempi le femminucce non avevano accesso al servizio militare. Poi crescendo cominciai a sperare di diventare uno scienziato. Non un tecnico o uno specialista ma uno scienziato. In parte ci sono riuscita. Ma il mondo della ricerca non è come io l'immaginavo da piccola.
    Ho raccolto solo delusioni ma mi è rimasto un modo di vedere la vita aperto e meno ipocrita del current system

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  5. Io volevo fare la ballerina (quella seria). Ballavo sempre e ovunque, soprattutto sul tavolo da pranzo, avevo deciso che quello era il mio palcoscenico. I miei, terrorizzati che potessi farmi male cadendo, decisero di farmi frequentare la scuola di ballo per un certo periodo. Un giorno mi fu detto che nessuno poteva più accompagnarmi: ho pianto intere settimane senza ottenere nulla. Se nasco un'altra volta vorrei fare la ballerina (quella seria).

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  6. Da picolo sognavo di fare il calciatore,il mio idolo era Gigi Riva " Rombo di tuono " ed io, mancino come lui, mi illudevo di imitarlo,giocando come ala sinistra col numero 11 sulle spalle,ma di gol ne arrivavano pochi,cosi decisi di retrocedere e giocare come terzino sinistro.Giocai per qualche anno negli allievi della "Stella Maris" di Mondello ( ricordo che alla fine dell'estate mi arrivava la cartolina per la convocazione per la nuova stagione che mi faceva sentire cosi'importante ) poi degli amici che giocavano nella Boca Junior ( non quella Argentina,ma al Malvagno ) mi convinsero a passare con loro e disputai vari campionati under 21,uno dei quali lo vincemmo diventando " Campioni Provinciali Under 21 ".Non diventai un calciatore ma ogni volta che ripenso a quegli anni provo una grande tenerezza e la senzazione di aver vinto un campionato del Mondo

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  7. Badit, io volevo fare Rivera, ma ero così intimorito da cotanta responsabilità che sulla maglietta feci mettere il numero 5, quello di Rosato...

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  8. Rivera ! che meraviglia di calciatore ! Ed era il miglior partner di Riva,pur non avendo mai giocato insieme nei club,in nazionale facevano faville !

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  9. Da piccolo ho desiderato di fare, e non necessariamente in quest'ordine, lo scienziato, il cowboy, il giornalista, lo scrittore, il pilota di motociclette, il capitano di vascello, l'esploratore, l'archeologo, il poliziotto, lo psicologo, l'investigatore. Normale direi...
    In molti di quei lavoro la ricerca è l'aspetto fondamentale, infatti avrei voluto fare il ricercatore più che altro. Adesso sono analista programmatore presso un mega mega centro elettronico e padre di due bambini, 7 anni maschio e 1 anno "femminuccia". Ho studiato per quello (informatica intendo, non padre), sono stato soddisfatto per diversi anni del mio lavoro, adesso un po' meno. La crisi ha tagliato le gambe alle aspettative di evoluzione lavorativa.
    Da grande mi piacerebbe fare lo scrittore - giornalista, alla Blomvquist - Larsson. Una tipologia particolare di autore, quello scassam@@@ia, ma ho molto da studiare per riuscirci. Appena ho il tempo sviluppo l'idea e vi metto a parte, per spiegarmi meglio.

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  10. Tanus, per quello che può servire, questo blog è una vetrina-palestra- training: i tuoi scritti sono sempre molto ben graditi. Non ti chiederò mai la percentuale sui successi editoriali che presto maturerai!

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  11. PS Una volta, indeciso sulla strada da prendere dopo il diploma, feci un test orientativo per chiarirmi le idee sul da farsi.
    Sapete quale fu la risposta? Pressappoco questa,
    "Ottime possibilità di riuscita sia in campo umanistico e letterario sia scientifico e matematico."
    Insomma che potevo prendere la strada che volevo... bell'aiuto!!!

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  12. Con estremo piacere Gianni, la copertina sarà tua con relativi diritti. :-)
    Ogni libro pubblicato, inoltre, una mangiata/bevuta pantagruelica a spese mie anche per gli amici del blog.

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  13. Fara,
    fai conto che ancora devo iniziare a scrivere sul serio.
    Vediamo chi per primo di noi riesce a finire il suo capolavoro...
    io vedo bene Salvatore.

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  14. "Vietato ai minori"-
    Quando ero piccolo volevo fare il Porno-Divo, il motivo era semplice:
    Mi ero innamorato di Moana Pozzi e sapevo che lei era una attrice porno.Entrare nel mondo della cinematografia Hard significava avere la possibilità di stare con lei, amarla, toccarla. Insomma una sorta di sogno erotico tra la Malena di Tornatore e la Lolita (al maschile) di Vladimir Vladimirovič Nabokov.
    Poi lei morì, io diventai grande e con l'età mi accorsi che il lavoro che da piccolo desideravo fare era soltanto un'esasperazione dell'infatuazione per una donna bellissima, carnale e straordinariamente intelligente.

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  15. avrei voluto fare l'esploratrice, o la cantante. Poi, crescendo, visto che mi piaceva leggere e riuscivo bene nelle lingue, avrei voluto fare la traduttrice letteraria. Alla fine, scontratami con la vita reale, mi sono ritrovata in una piccola associazione che si occupa di formazione e servizi, e quando mi capita di tradurre qualcosa, si tratta di progetti europei. Altro che esploratrice, esploro i meandri di brani fantasmagorici scritti in pseudo-inglese dai partner dalla grecia o dalla romania!!! per quanto riguarda il canto, dopo l'esperienza nel gruppo Gospel più sfigato del mondo, ho perso la voce e la gioia del canto. Mi poteva andare peggio, potevo finire in cassa integrazione! ... ops, dimenticavo che ci sono finita...

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  16. Ma c'è qualcuno che da piccolo voleva fare quello che fa attualmente, più o meno?

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  17. Io non ricordo cosa volevo fare da piccola, probabilmente ero talmente radicata nel mio presente di allora da non pensare affatto al futuro.
    Adesso se penso a cosa vorrei fare da grande (ma come dice Gigliola se ne parla in un'altra vita) non c'è un'unica attività a cui vorrei dedicarmi, anche perchè dopo un pò mi stufo della routine. Tra tutte comunque ci sarebbe la contorsionista in un circo, la ballerina di una famosa compagnia che gira per il mondo a fare spettacoli, l'attivista ecologista su una nave di greenpeace contro le baleniere giapponesi e la bibliotecaria (w la lettura!)

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  18. PS: nel frattempo faccio esperimenti per fare comparire il mio avatar in questo blog, ma senza successo ovviamente!

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  19. Crescendo ho cambiato modelli catodici. Ho cominciato a apprezzare altri programmi: quelli confinati alle fasce orarie punitive, per intenderci. Da grande ho avuto la ventura di lavorare per uno questi programmi e poi ho fatto parte a lungo di una redazione tv. Ho anche presentato, però con un Sennheiser a clip: il gelato che sognavo da piccolo non si usa più. Adesso sono reduce fresco da un paio di delusioni, ma a questo genere di finale sono ormai avvezzo. Ora faccio un mestiere che da piccolo non immaginavo potesse essere un mestiere: il papà.

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  20. La cosa si fa robusta e interessante. Mi piacerebbe che anche coloro che hanno fin qui letto e perlopiù taciuto, derogassero per una volta la loro discrezione, la loro riservatezza, e si esprimessero liberamente anche con poche righe: queste piccole autobiografie "virtuali" raccontano molto bene ciascuno di noi: mi ci metto anch'io per invitarvi a rileggere o leggere il mio outing scritto-disegnato andando sul tag "Bambino che voleva guidare gli autobus": tutto vero, purtroppo e per fortuna.

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  21. Pirsimona, ma il tuo è un account google o blogspot o qualcosa del genere? In questo caso l'avatar dovrebbe inseririsi... almeno, credo.

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  22. Anch'io come Tanus, ho avuto un buon numero di eventuali professioni da voler fare una volta DIVENTATA GRANDE. Non ricordo l'ordine, ma più o meno erano: poeta (alle elementari una mia poesia piacque alla maestra e mi gasai a tal punto da decidere che quella sarebbe stata la mia professione), scienziata (andavo pazza per le provette, i liquidi, gli esperimenti), ballerina (le punte delle danzatrici erano qualcosa che mi incantavano: ci pensò una maestra di ballo ad infrangere i miei sogni di bambina: mi disse che non avevo il fisico e mi consigliò il jujizzo!!!), medico, medico degli animali (veterinario), pugile (!!! Non so perchè! Però anni dopo mi iscrissi ad un corso... Forse la maestra di danza non aveva tutti i torti!), astronauta o pilota di aeroplani (scoprire il cielo e scappare dalla terra era un sogno ricorrente), attrice, professoressa. Sulle ultime due ci sto lavorando! :P

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  23. ...Le punte delle danzatrici erano qualcosa di INCANTEVOLE...

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  24. Volevo raccontare un altro evento che ha segnato la mia vita. Da piccolo gironzolavo intorno alla mamma, sarta. Mi affascinavano i gessetti, il metro, le forbici a zig zag (forficia di pizziare), i puntaspilli. Papà pensò che per una crescita più confacente alle convenzioni sociali dominanti sarebbe stato meglio se lo avessi seguito nel salone di barbiere. E lì, tra creme alla canfora, saponi mandorlati e scatoline per le lamette scoprii quanto era bello leggere e rileggere gli articoli dei giornali, sempre abbondanti (qualcuno pure stagionato) sul tavolino in mezzo alle poltrone.

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  25. mhhhh.. sono sempre stata una gran pigrona. nata di domenica e all'ora di pranzo ..e ,dicono, sia molto caratterizzante tutto ciò. Avevo una strana comoda idea del lavoro in verità:Io avrei voluto dei poteri magici, ecco. compresa l'impossibilità effettiva del desiderio di magia, allora poi diciamo che avrei voluto diventare: scrittrice(poetessa), disegnatrice, ballerina (il mio modello era flashdance visto e rivisto e scimmiottato milioni di volte )la presentatrice Tv, l'attrice.poi l'archeologa e poi la guardiana di castelli(') sul mare. o di fari..(non di un solo castello o di un solo faro.. voglio dire)
    tutti "lavori" molto concreti ,noterete..e tutti con "condicio sine qua non" della "fama" e dello spostamento perpetuo, di qualsiasi lvoro si trattasse dovevo viaggiare moltissimo,ma sempre e solo nei posti di mare. Poi c'è stato il periodo dell'architetto. la passione per le case ce l'ho sempre avuta e m'è rimasta.:dalla costruzione di case di barbie con le cassette di legno della frutta a quella di capanne architettonicamente improbabili e case sugli alberi .in ogniddove e con agni mezzo!

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  26. Da piccola volevo fare la ballerina di danza classica. Finito il liceo, l'interprete. Finita l'università la psicologa. Che è quello che sono e che faccio.
    Che meraviglia diventare da grandi quello che si sognava da piccoli! Romantico da morire...

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  27. Ciao Silvia, sono contento che abbia realizzato il tuo sogno (quello della consapevolezza). Bentornata.

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  28. Grazie, Gianni.
    La consapevolezza è una strada. Percorribile. Da conquistare. Con molti tratti bui. Altri pieni di fantasmi. Io per prima mi chiedo: perchè percorrerla se c'è un prezzo da pagare così alto?
    Il non avere la risposta è ciò che mi fa camminare.

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  29. Pasticciare con le parole, in parte è un lavoro che faccio. Creai il mio primo giornale a 10 anni e ne vendetti una sola copia, lo costrui in maniera del tutto artigianale:colori, contenuti, notizie ( sogno semiriuscito).Poi mi sarebbe piaciuto fare l'archeologa e all'università ero molto brava a tradurre le epigrafi( sogno molto semi semi riuscito) poi l'estetista, xché ho il culto della bellezza e nel volto di una donna la ritrovo sempre, sia pure declinata in qualche dettaglio.Il primo quadro di cui ho memoria è la Venere di Botticelli provai pure a riprodurla dopo avere "inquadrettato" l'immagine raffigurata in un libro d'arte.Mi piace truccare le mie amiche del cuore e scoprire come un viso stanco e affaticato, anche non bellissimo, possa illuminarsi( non trasformarsi del tutto in modo da meritare l'approvazione dei compagni maschi..) attraverso un gioco di colori e di sfumature, quindi sogno realizzato in maniera casalinga...E poi mi sarebbe piaciuto far parte di una band rock, suonare la chitarra elettrica e andarmene in giro per il mondo
    (sogno non pervenuto).
    Ah.. che strano parlare di sogni in ritardo, e fuori tempo massimo rispetto a quando lo hanno fatto gli altri, ma sono in pausa di lavoro in questa giornata afosa e sostare qui e fare un breve tuffo nell'"avrei voluto essere.."senza che(quasi) nessuno se ne accorgerà mi dà una certa ebbrezza di libertà espressiva.

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