venerdì 26 febbraio 2010

Ritratti italiani


Si riconoscono solo Pasolini e Rivera. Ma gli altri chi sono? Sono sicuro che troverete una storia per ciascuno di essi. Dieci righe posson bastare? Altrimenti, ad libitum.

15 commenti:

  1. Occhiali dalle montature pesanti, immagini in bianco e nero. Sguardi fiduciosi o sospettosi, puntati sempre verso noi, verso quelli che sarebbero arrivati dopo decenni. Chissà cosa vedono da lì quelli che non hanno più gli occhi caduchi. Chissà se hanno nostalgia della sensualità genuina, dell'agilità degli acrobati che per amore camminano sul filo, delle canzoni cantate con rabbia composta, dell'ironia capace di scuotere il mondo e di far cadere quello che merita di cadere. E a quelli che verranno dopo di noi, cosa suggeriranno i nostri occhi?

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  2. Sto cercando di riconoscere i volti dello splendido collage, ma non sono granché bravo. Butto lì: Aldo Fabrizi, Walter Chiari, Franco Interlenghi, Giorgio Gaber?

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  3. Yorick, gli unici "veri" sono Pasolini e Rivera: gli altri sono finti: invenzione pura e attendono di essere "riconosciuti" dalla vostra insaziabile penna!

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  4. Belle le tue suggestioni sul passato e sul presente.

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  5. Marta non riusciva a pagarsi gli studi, e dopo essere andata via di casa, mai avrebbe chiesto i soldi ai suoi genitori. Iniziò ballando nuda in un locale: abbracciava e accarezzava il palo con la lingua. Finì a fare la prostituta in quella camera di via Oreto affittata in nero.
    Giovanni era un ragazzo pieno di sogni e belle speranze. A scuola era il più bravo e sognava una carriera da avvocato, un avvocato di quelli che aiutano i più deboli ed più poveri. Studiò, si laureò e iniziò a fare praticantato come la maggior parte degli altri suoi colleghi: sfruttato dal titolare dello studio. L'avvocato capo si accorse presto dell'innato talento di Giovanni, e iniziò a volerlo con sè nelle udienze. Un giorno l'avvocato capo propose a Giovanni la difesa di un mafioso colpevole di ogni sorta di crimine. Giovanni esitò: non voleva barattare i suoi sani principi per un po' di notorietà. Passò qualche settimana e l'avvocato capo gli ripropose il caso. Stavolta Giovanni accettò, ed i suoi ideali si confusero col fumo della sigaretta fumata nervosamente dall'avvocato capo.
    Lina e Saro si erano amati dal primo momento in cui gli occhi di lei avevano cercato quelli di lui per conoscere la capitale della Norvegia. Erano compagni di classe ma non si erano rivolti mai la parola. Saro captò quella richiesta d'aiuto, sillabò il nome della città e, finita l'interrogazione, le chiese di uscire. Si sposarono e dopo poco lui iniziò ad essere violento e prepotente. Lina non si ribellò mai a quell'amore malato. Ancora oggi la loro foto in bianco e nero in cui Saro spicca in primo piano nascondendo una Lina dimessa e dallo sguardo triste, campeggia nella casa dell'ignara figlia:-Erano davvero una coppia splendida-, sussurra lei poggiando il capo sulla spalla del marito, mentre una lacrima nostalgica le riga il viso.
    Carletto Scarpello amava ballare, ma i suoi genitori ritenevano che fosse una cosa sconveniente per un maschio. Carletto però era testardo, così testardo che non solo iniziò a frequentare le lezioni di danza classica, ma si innamorò, ricambiato, della sua insegnante di dieci anni più grande. La situazione di clandestinità durò qualche anno, poi i suoi genitori scoprirono la tresca e la danza, buttarono Carletto fuori di casa e gli dissero che non avrebbero più voluto vederlo. Andò male per loro: Carletto e Teresa diventarono bravi e famosi, talmente famosi che un giorno i coniugi Scarpello videro la coppia danzare in un programma tv che amavano molto. Restarono attoniti a davanti lo schermo. Alla fine dell'esibizione Carletto, inaspettatamente, uscì la lingua verso la telecamera e i suoi genitori ebbero la netta sensazione che quello sberleffo fosse per loro.
    Emilia aveva i capelli neri e lo sguardo triste. Stava ore ed ore chiusa in camera e non si alzava quasi mai dal letto. I suoi genitori avevano consultato molti medici ma nessuno era riuscito a dare una diagnosi. TRISTEZZA era l'unica parola che ricorreva nei loro discorsi. Un giorno la madre di Emilia sentì la ragazza ridere forte al di là della porta della sua stanza. Era molto stupita: mai aveva sentito quel riso gaio e cristallino. Si precipitò nella camera della figlia, spalancò felice la porta e una folata di vento gelido le scombinò i capelli ed il cuore: la finestra era aperta: Emilia aveva deciso di lasciarsi andare nel vuoto della sua malinconia.
    Francesco Scalone aveva origini italiane, ma come tutti gli italiani emigrati negli Stati Uniti, aveva covertito il suo nome in Frank. Entrò a far parte di una piccola banda: si occupava di smerciare alcol al tempo del proibizionismo. Rimase ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia, riverso sulle bottiglie che trasportava. Sua madre conserva ancora la piccola foto in cui lui sorrideva e non guardava.

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  6. Grazie SoleNuvole! Ieri pomeriggio e stamattina ho avuto qualche problema a postare il "commento": non so perchè, ma blogspot si rifiutava di pubblicarlo. Alla fine ha ceduto, ho vinto io. :)

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  7. Avrà fatto i capricci di fronte alla quantità, poi però, vista la qualità, ha capito che era bene fare la cosa giusta.

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  8. Eluz complimenti, non avrei potuto immaginare un racconto migliore per questo quadro!

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  9. BRAVA ELUZ :)complmenti davvero

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