lunedì 22 marzo 2010

Diari minimi metropolitani



Parigi: fascinosa e magica, altera, bella ed evocativa. Ci ho fatto un diario (cinque acrilici su tela per l'esattezza, sono i dipinti che ho venduto più facilmente). Buona per gli artisti di fine secolo: l'ottocento, non il novecento, figuriamoci il 2000... Londra: adrenalinica, pulsante, frizzante, bella e possibile e impossibile: non avevo la vena creativa in gran forma e l'ho guardata, radiografata e respirata euforico senza disegnare un solo scarabocchio. C'è una galleria che mi rappresenta, però. Barcellona: viva, frizzante, sensuale e sessuale. Dipingere disegnare e creare da quelle parti sarebbe un tutt'uno. Ci ho fatto un micro diario di acrilici: ma ancora sostanzialmente inedito. Roma: "Troppo bellissima". Forse è la città più stimolante: per inventare cose alternative, forse. Ma dovrei verificare. Tutte le volte mi ipnotizza e il diario resta bianco. Praga: magica. Fuori dal tempo, anacronistica. Per creare cose surreali e invendibili. Palermo: contraddittoria, di merda (me lo permetto da palermitano doc: prosaico e greve, ma figlio e cittadino integerrimo), superba, bella, scostante, provinciale. Ci dipingo, ci disegno e ci creo tra baci e indifferenza, sangue e sputi. Cose belle che ormai pensavo buone per la soffitta e che ritenevo (da me) sopravvalutate, tornano in auge ma fuori tempo massimo. O forse no, faccio ancora in tempo. Città distratta, che finge di non vederti. Che ti invidia e ti strugge e ti di-strugge. Atene, quasi dimenticavo: caotica, sporca, inquinata, bella e bruttissima, ha tutta l'aria di poter tornare ad essere una capitale d'arte. Lo sento.

Il primo acrilico è del 2004 e si intitola "A due passi da rue Tourlaque", l'altro è del 2007 e si intitola "Gli innamorati del barrio gotico".

7 commenti:

  1. Bellissimi, i dipinti. Non pensavo che si potessero raccontare le città con l'espressione dei volti.

    RispondiElimina
  2. Grazie Giovanni: non ho mai dipinto un monumento né un paesaggio "veritiero". Però quei volti li ho raccolti lì, in quei luoghi desiderati e visitati, e così li restituisco, assieme alla loro atmosfera sentita e respirata.

    RispondiElimina
  3. Gianni è un maestro, non lo sapevi?

    RispondiElimina
  4. Gianni è un Maestro, non lo sapevi?

    RispondiElimina
  5. Grazie Faretta! Per strada (giuro!!!) mi danno del'architetto, dell'avvocato, del professore, del dottore (cazzo, a volte pure del ragioniere! e non vi dico quewlla volta che a uno è scappato "geometra"...): beh, se proprio qualcosa bisogna darmi, cara Fara, hai ragione TU!!!

    RispondiElimina
  6. Chiaro fin dal nick che mi sono scelto quanto apprezzi questo modo di viaggiare: trascurare i monumenti per cercare l'essenza dei luoghi attraverso le persone. Più che al matto della corte danese pensavo al viaggiatore di Laurence Sterne. Sono d'accordo con Fara, la maiuscola ci sta tutta!!

    RispondiElimina
  7. Eppure, nel secondo quadro uno ci può pure scorgere la Defence. Se si conosce Parigi, ovviamente.

    RispondiElimina