domenica 21 marzo 2010

Fiaba preistorica - 10


Quadro Dieci
Il giovane protagonista è cresciuto. I suoi occhi illuminati dai richiami della vita...

Il piccolo drappello di scrittori si è smagliato. La materia è astrusa, il percorso è lungo e accidentato. Chi avrà fiato per arrivare fino in fondo?

5 commenti:

  1. Gronko non aveva ritrovato nessuno del gruppo della sua caverna ma adesso non aveva più paura: i suoi occhi vedevano la luce e aveva imparato a catturare le creature del mare. Il tempo era passato, le rocce si erano ricoperte di verde e di fiori colorati, le sue guance si stavano ricoprendo di peli e lui si era organizzato un rifugio vicino a un gruppo di giovani “erette” odorose .
    Erano sempre allegre, si ornavano con fiori e emettevano suoni a ripetizione che gli ricordavano tanto A-ha. A volte si sedeva per terra, un po’ appartato e le guardava mentre si sistemavano a vicenda i lunghi capelli e si dipingevano il viso con i colori dei fiori
    Quando pescava molte creature del mare o trovava un’erba della felicità correva da loro e con gesti, suoni e contatti fugaci le invitava a mangiare con lui.
    Era cresciuto ormai e sentiva il bisogno di stringersi a loro ma non era felice. Quando “Palla di fuoco” si nascondeva e il buio della notte lo avvolgeva ripensava ad A-ha e grosse gocce calde e salate colmavano i suoi occhi e scendevano a bagnargli il volto.

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  2. Mosi esercitava il suo fascino soprattutto sulle giovani donne della tribù e capitava spesso di vedere piccoli gruppi di fanciulle deviare il loro cammino nei pressi del fiume dove Mosi stava pescando. Le ragazze lo guardavano di sottecchi e poi ridevano tra loro, un atteggiamento che il giovane non riusciva a capire del tutto e spesso si sentiva un pò preso in giro. Anche lui comunque lanciava occhiate verso le ragazze e ricambiava i loro sorrisi, sebbene nutrisse un reale interesse solamente nei confronti di Penda, la donna che si era preoccupata di lui quando tutti gli avevano voltato le spalle e di cui ricordava il profumo di fiori appena sbocciati

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  3. Era passato molto tempo. Nderi cresceva. Il continuo viaggiare lo accresceva anche di conoscenze. Imparò a pescare per esempio. Era diventato molto bravo in questo. Ne dava sfoggio ovunque andasse. Le ragazze erano affascinate da questo viaggiatore solitario, che sapeva tante cose del mondo. Raccontava luoghi e animali sconosciuti, fantastici. Quando la sera il fuoco si spegneva era lui, con i suoi racconti, a riscaldare le fantasie. Poi era anche bello.

    Il ricordo di Lila diveniva sempre più sbiadito. Altri profumi, altre ciotole di latte si presentavano alla sua giovinezza errante.

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  4. Potrò diventare uomo. Forse già lo sono, a giudicare da come mi guardano le ragazze del villaggio. Sono forte, so pescare e cacciare. È una sensazione bellissima sentirsi amato; sapere che tutte sarebbero disposte a ogni cosa pur di conquistarmi. Spesso ricordo quanto fosse sconfortante, invece, sapermi destinato a morire di fame, costretto al buio degli occhi e del mondo, nascosto agli occhi degli altri da una pelle di orso. Anche per questo scelgo Aria: perché quando io ero al buio lei mi ha strappato alla morte. Non potevo procurare il cibo neanche a me stesso e lei non se ne è curata: mi avrebbe accettato senza chiedere nulla in cambio. Però non la amo solo per gratitudine. Lei è la più bella, ha il sorriso più dolce. Le guardo con gioia il corpo, che è una promessa di gioia. Aria è in fiore; odora di fiori e di corpo fiorito.

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  5. Passarono gli anni,la struggente speranza di ritrovare Orea era diventata una debole fiammella che,pur continuando a mantenersi viva,non riusciva a scaldare la sua triste ed
    incredibile vita.Il giovane Datro era diventato un uomo.Stanco del suo errare decise di fermarsi in un villaggio in riva al "Grande fiume rosso" e fu lì che conobbe Adia

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