martedì 9 marzo 2010

Londra, oh cara


Londra: io l'avevo visitata solo da ragazzo nella prima metà degli ottanta: per un paio di giorni e molto superficialmente. Ricordo di quella sbiaditissima esperienza, una ottima birra di fronte ad un piccolo cimitero, un vicolo (sic!) pieno di spazzatura, e il cambio della guardia... Stavolta invece grande godimento, compreso il clima freschissimo. In camicia solo un paio di volte, poi giacca e una volta anche il maglioncino. La birra non è quella del ricordo giovanile ma la Fuller's London Pride e la Bomber sono ottime. Mi sono perso a bella posta certe cose da cartolina, altre le ho volute perché non si dica che "non sei stato a Londra se non hai visto eccetera". Gli inglesi nel mio angusto immaginario li vagheggiavo scorbutici e glaciali: macché: sono cordiali e spesso affabili e non ti prendono per il culo se il tuo inglese fa ridere. Due curiosità: il cielo di Londra è permanentemente trafficato. Non ho mai visto uno scorcio di cielo libero: un aereo dopo l'altro a ritmo parossistico. A Piccadilly Circus un ragazzo, forse londinese, per scommessa ha fatto una cosa da arresto immediato: circondato da uno sparuto drappello di amici sghignazzanti si è calato mutande e calzoncini fino alle caviglie. Tra le risate generali e lo stupore dell'edicolante che mi vendeva un paio di cartoline e una matita baggiana per la mia collezione. Avevo la telecamera spenta. Soho è come la immaginavo, anzi più vivace. Telecamera accesa: la potentissima (economicamente e culturalmente) comunità gay in grande spolvero. Frizzi lazzi e simpatica oscenità. Uno che stavo riprendendo mi si avvicina pericolosamente : per una risata e una boccaccia. Felice di essere stato immortalato. Imperdibile la Waterstone's, libreria generalista di cinque piani: c'erano decine di inglesi che leggevano comodamente quello che gli pareva. Imperdibile la Tate Modern: bellissima e molto ricca. Ma un salto alla National Gallery è obbligatorio. Come non rimanere senza fiato di fronte ai girasoli di Vincent? Ma la commozione è giunta con la celebre sedia. Commozione condivisa con Anna Maria. Ho visto una ragazza in preda a sindrome di Stendhal di fronte ad un dittico di Duccio di Boninsegna. Mi ha commosso anche questo.

Questo breve reportage relativo al mio soggiorno londinese del giugno 2008 è stato pubblicato lo scorso anno nel blog di Roberto Alajmo (www.robertoalajmo.it). Lo ripropongo in questa sede nella speranza di trovare a breve un corrispondente da London. Cosa ardua, a quanto pare. Ma sono fiducioso.

2 commenti:

  1. Gianni, anche qui mi scuso.
    Raccolgo l'appello del corrispondente a Londra.
    Chiedi ad Antonia dei due contatti londinesi, "amici" comuni, persone squisite, di grande cultura e rara sensibilità (Gianni e Valerio). Credo che ad uno dei due possa far piacere.
    Buona serata.
    Sandro

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  2. Caro Sandro, non devi scusarti. Anzi, sono io che ti chiedo, se lo desideri, ti intervenire più spesso! Sicuramente chiederò ad Antonia di farmi avere notizie in merito. Grazie, a presto!

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