martedì 21 giugno 2011

Ancestrale


L'aggressione è un acrilico che risale al 2004, anno in cui chiesi a 10 artisti (scrittori, registi, drammaturghi, italianisti) di illustrare con le parole dieci immagini che proponevo loro per la realizzazione del progetto "Scorci e squarci". L'esito fu felice e oltre ad una mostra itinerante (Palermo, Scicli, Londra), la casa editrice Duepunti realizzò un piccolo libretto: un autentico gioello, il numero zero di una intensa e prestigiosa produzione che presto avrebbe conquistato lettori e librerie. Mi piacerebbe se anche voi, inesauribili scrittori, scriveste un racconto (al solito, breve o lungo non conta), una poesia, un testo che con le parole illustri quello che NON vediamo tra le pennellate del quadro.

5 commenti:

  1. Bellissimi i due dipinti, Gianni. Mi piacerebbe provare a scrivere qualcosa, anche se i precedenti sono illustri.

    RispondiElimina
  2. Giovanni, prova e con serenità. Sono sicuro che farai bene e anche meglio di certi illustri precedenti, che non sempre brillano... Fidati.

    RispondiElimina
  3. Forse è il caldo che non ci fa capire più niente, perché dove ti volti volti ci trovi un sole che neanche con gli occhiali da sole nascondi. E' questo colore del sole e della terra che non ci fa capire più niente e ci fa fare cose che non ci pensavi proprio a fare. Io per esempio non me ne fotteva niente di venire qui. Però va a sapere perché gli ho detto vabbene a Gnazio. E che non lo sapevo che quello ragiona come una bestia? E che non lo sapevo che lo mandava Totuccio che vuole a Lia e sapeva che io ogni tanto a Lia gli dico che mi piace?

    RispondiElimina
  4. Il ricordo e il senso di colpa erano ogni giorno più vivi...lei sapeva che aveva fatto la cosa più logica ma non riusciva a perdonarsi lo stesso....ricordava tutto come se fosse successo un attimo fa e invece erano passati mesi...anni e a ricordargli il tempo esatto che era trascorso c'erano quegli occhi vispi del suo piccolino....
    Loro erano seduti sul divano, era una notte calda di mezza estate e stavano cercando di immagginarsi insieme che faccia avrebbe avuto il loro piccolino...avevano già deciso il nome....Jacopo, si sarebbe chiamato Jacopo....e loro due sapevano bene il perchè....
    A un certo punto avevano sentito dei tonfi...e delle grida d'aiuto....lui d'istinto si era affacciato alla finestra e lo scenario che gli si era presentato innanzi era stato da far gelare il sangue nelle vene....due uomini stavano lottando...anzi a ben guardare uno stava cercando disperatamente di difendersi dall'attacco violento e animalesco dell'altro....
    Lui avrebbe voluto urlare...correre a difenderlo e lo scatto improvviso che aveva avuto verso la porta glielo aveva confermato ma lei lo aveva bloccato...glielo aveva impedito con tutte le forze che una mamma può avere in corpo....lei non voleva rischiare di perderlo, lei non voleva mettere a rischio la vita del padre del suo bambino....quante volte era successo che un brav'uomo per sedare le liti tra due poco di buono si fosse visto suo malgrado coinvolto, ferito o addirittura ucciso????no, lei questo non poteva permetterlo e mentre lui cercava di convincerla che fermare quel massacro era la cosa più giusta da fare tutto era diventato inutile....i tonfi erano cessati, le urla sopite....
    L'indomani tutti i tg avevano raccontato di quel folle che era entrato in una casa scelta a caso tra quelle del quartiere e sterminato l'intera famiglia...del padre che si era battuto come un leone per salvare i suoi piccolini che erano stati finiti subito dopo di lui dopo aver assistito allo scempio che il folle aveva fatto dei corpi di mamma e papà...
    Come aveva potuto permettere ciò? Come la sua paura si era trasformata in vigliacheria ed indifferenza????Come????Come???? Proprio lei che aveva sempre condannato coloro che si giravano da un'altra parte per non vedere....come aveva potuto????Quei bambini, forse, non avrebbero meritato di vivere accanto al loro papà come il suo????Non si sarebbe mai perdonata...mai.....
    Questo continuava a ripetersi tutti i giorni da quel giorno ed anche quel giorno, come tutti gli altri, i suoi pensieri furono interrotti da Jacopo che le chiedeva: "mamma, quando arriva papà!"???? "Presto tesoro, presto...." - poteva però rispondergli con un sorriso pieno d'amore - "fra un pò chiude l'ufficio ed è da noi, a casa da noi!"

    RispondiElimina
  5. Lei si giro'e rigiro' nel letto per assumere una posizione piu' comoda e senti'che il letto era umido,caldo e vuoto.Benche' le notti si fossero fatte calde e insopportabilmente afose,capi' che tutto cio' era la conseguenza dei ripetuti incubi che attanagliavano lui.Scese dal letto seminuda,si diresse in cucina e,come gia' sapeva,lo trovo' alla finestra con lo sguardo fisso nel vuoto.Lo abbraccio' teneramente senza parlare.Erano passati mesi,avevano cambiato citta'e sembrava che nessuno potesse mai piu' risalire a loro per la scomparsa del marito di lei,ma lui non riusciva a dimenticare l'aggressione e l'omicidio e lo rivedeva ogni sera,sempre uguale a se stesso,come un quadro appeso alla parete

    RispondiElimina