giovedì 25 ottobre 2012

Il mio amico Miki

Provo piacere, ma con una punta sottile e acuta di sofferenza quando per strada, con Miki accanto che tira-giocherella-annusa, chi mi vede compiaciuto e trafelato, mi dice sorridendo: Miki è un cane fortunato (sottintendendo: ad avere me come attento, premuroso ed amorevole proprietario: compagno di vita, direi io). Mi compiaccio senz'altro, ma vorrei ribattere (e non lo faccio perché sembrerebbe una sottolineatura pedante e intellettualistica) che anche io sono fortunato, al pari di Miki. Tralascio il pistolotto circa il fatto che mi sento perfettamente alla pari con una creatura come il mio adorabile meticcetto: e spiegarlo per filo e per segno a chi mi conosce avrebbe un che quanto meno di pleonastico. Però lo dico qui, in tutta libertà: sono fortunato ad avere Miki come compagno "animale" di vita. Ho scoperto, in questi mesi di felice e sudatissima convivenza, che un canuzzo come il mio fa bene alla salute: a parte il beneficio psichico, è un buon farmaco naturale per abbassare quei parametri biochimici che in genere ad una certa età tendono ad andare all'insù. Miki è fortunato ad avere me. Io sono fortunatissimo ad avere lui.

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